Scopri tutte le tipologie di impianto fotovoltaico che puoi installare
Gli impianti fotovoltaici possono essere progettati e installati in tre modi differenti: Grid Connected, Stand Alone, Storage.
La scelta dell’uno o dell’altro è legata a vari fattori: esigenze, connessione dell’abitazione alla rete elettrica, budget a disposizione.
Vediamo le caratteristiche di queste differenti tipologie, e rispondiamo ad una serie di domande frequenti in merito ad esse…
- Indice articolo
- Impianti fotovoltaici grid connected
- Impianti fotovoltaici stand alone
- Impianti fotovoltaici storage
- Impianti con accumulo di energia elettrica “storage” anti blackout
- Impianti fotovoltaici Plug & Play
- Impianti fotovoltaici integrati direttamente negli edifici
- Conclusioni
Impianti fotovoltaici grid connected
Un impianto fotovoltaico grid connected è collegato direttamente alla rete elettrica nazionale e da essa può prelevare o cedere energia.
In sostanza, gli impianti grid connected utilizzano primariamente l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari e, solo quando questa non è più disponibile, interviene in compensazione la rete elettrica.
Allo stesso modo, in caso di produzione eccedente, il surplus viene trasferito alla rete suddetta.
Laddove tecnicamente realizzabile ed economicamente accettabile, si tratta di una soluzione preferibile rispetto agli impianti fotovoltaici off-grid, in quanto in grado di soddisfare al 100% l’energia richiesta dall’abitazione.
Domande frequenti sugli impianti fotovoltaici grid connected
Quali sono i vantaggi di un impianto fotovoltaico connesso alla rete?
I primi due vantaggi di un impianto fotovoltaico grid connected sono: elettricità disponibile sempre (grazie alla compensazione con la rete nazionale) e monetizzazione dell’energia prodotta in eccesso (grazie allo scambio sul posto).
A questi si aggiungono: un costo iniziale più contenuto e oggetto delle principali detrazioni fiscali, e una manutenzione minore rispetto a quelli più complessi.
Esistono incentivi fiscali per l’installazione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete?
Per gli impianti connessi alla rete elettrica spettano un massimo di 2.400 euro per kW di potenza nominale, fino al limite di fino 48.000 euro.
Tuttavia, qualora si tratti di ristrutturazione edilizia, urbanistica o nuova costruzione, si scende a 1.600 euro al kW.
Articolo di approfondimento: Incentivi fotovoltaico 2023
Che tipo di manutenzione è necessaria per gli impianti fotovoltaici connessi alla rete?
La manutenzione ordinaria, prevista per qualsiasi tipo di impianto fotovoltaico.
Per quelli connessi alla rete, però, l’aspetto più importante è rappresentato dal controllo dell’inverter, fondamentale per verificare il corretto funzionamento del sistema elettrico di deduzione dell’energia elettrica e dell’immissione in rete ai parametri richiesti dagli standard nazionali.
Articolo di approfondimento: Inverter fotovoltaico
Articolo di approfondimento: Manutenzione impianto fotovoltaico
Quali componenti sono necessari per un impianto fotovoltaico connesso alla rete?
Un impianto grid connected conta su: pannelli fotovoltaici (che generano corrente), uno o più inverter (che convertono l’energia continua in alternata, unica utilizzabile nella rete domestica), cabine di tensione, dispositivi di protezione e connessione, contatori (o gruppi di misura), quadri elettrici, e cavi (resistenti ai raggi UV e alle alte temperature) che collegano tutti i dispositivi tra loro.
Qual è il costo medio dell’installazione di un impianto fotovoltaico connesso alla rete?
Il prezzo varia in relazione alla potenza, ovvero dal numero di kWh che deve produrre, ma anche al numero e alla tipologia di dispositivi di cui è composto.
Generalmente un impianto residenziale destinato alla produzione di 3kW (quindi per una famiglia di tre persone) si aggira tra i 6000 e i 8000 €; un impianto fotovoltaico da 6kW va dai 12000 ai 16000 €; e così a salire.
Articolo di approfondimento: Prezzi impianto fotovoltaico
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Impianti fotovoltaici stand alone
Si tratta di impianti, detti anche “ad isola”, non connessi alla rete, per cui tutta l’energia prodotta viene immagazzinata e utilizzata in loco.
Il progetto dii dimensionamento e la configurazione dell’impianto richiedono un’analisi precisa delle variabili in ingresso (irraggiamento medio, ore di luce, orientamento, inclinazione, ombreggiamenti) e delle variabili in uscita (prelievo dei carichi utente, tempo di utilizzazione, autonomia), che solo un tecnico specializzato e di esperienza può realizzare.
Pena, il rischio che l’utenza rimanga senza energia, non essendoci un backup da altre fonti.
Domande frequenti sugli impianti fotovoltaici stand alone
Che tipologie di pannelli fotovoltaici montano gli impianti Stand alone?
Si possono usare moduli amorfi, monocristallini o policristallini.
Il loro numero varia in base al dimensionamento dell’impianto, stabilito in fase progettuale.
Quali sono i vantaggi di un impianto fotovoltaico Stand alone?
Se:
– vivi in luoghi isolati dove non arriva l’elettricità, o costerebbe troppo farla arrivare,
– hai un camper, caravan, barca e vuoi un piccolo impianto autonomo,
– vuoi ricaricare auto, moto, bici elettriche a costo zero e senza inquinare,
installa lo stand alone.
In tutti gli altri casi diventare indipendenti dalla rete elettrica è possibile, ma parecchio costoso.
Quanta energia può generare un impianto fotovoltaico autonomo?
I kit in commercio per la realizzazione di impianti fotovoltaici ad isola forniscono 500 W di potenza, che con 6 ore di sole giornaliero alimentano: un frigorifero per 24 ore, un televisore per 7, una lampada a incandescenza (60 W) per 10, un forno a microonde per 10 minuti, delle lampadine a led per diversi giorni.
Esistono incentivi fiscali per l’installazione di un impianto fotovoltaico Stand alone?
Gli impianti fotovoltaici a isola godono delle detrazioni fiscali del 50% in 10 anni, rinnovate anche per il 2023 nell’ambito degli incentivi per le ristrutturazioni edilizie.
Che tipo di manutenzione è necessaria per gli impianti fotovoltaici Stand alone?
Trattandosi di impianti che adoperano esclusivamente l’elettricità da essi prodotta, in questo caso i controlli sullo stato delle batterie divengono essenziali.
Essi vanno svolti controllando la carica dal sistema dopo averle isolate dal sistema stesso.
Lo stato di carica e la batteria sono in una situazione ottimale se la tensione misurata non è inferiore a quella nominale.
Articolo di approfondimento: Batteria fotovoltaica
Quali componenti sono necessari per un impianto fotovoltaico Stand alone?
I componenti necessari per un impianto fotovoltaico Stand alone sono:
- Moduli fotovoltaici
- Inverter: ne serve uno specifico che converta la Corrente Continua in uscita in Corrente Alternata in entrata
- Regolatore di carica: fondamentale nell’off grid, fornisce corrente costante per non far mai scaricare la batteria, e interrompe la carica quando questa è piena
- Batterie per accumulo: essenziali per accumulare l’energia prodotta e non consumata
- Sistemi di fissaggio, quadri e cavi elettrici.
Qual è il costo medio dell’installazione di un impianto fotovoltaico Stand alone?
Ai costi standard (indicativamente 6000 € per 3Kw) si aggiungono i costi del sistema di accumulo, variabili dai 3 agli oltre 10 mila euro (in relazione a potenza, materiali impiegati, tecnologia di funzionamento).
Mediamente, quindi, la spesa è maggiore proprio perché sono necessarie un’infrastruttura e una tecnologia capaci di renderlo completamente autonomo.
APPROFONDIMENTO: Fotovoltaico grid o stand alone?
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Impianti fotovoltaici storage
Si definiscono storage tutti quei sistemi che consentono la “conservazione” di qualcosa.
Nel fotovoltaico questo qualcosa è l’energia prodotta.
Per cui, grazie alle batterie gli impianti si trasformano in sistemi di produzione/accumulo, che immagazzinano l’energia prodotta nelle ore di picco per poi utilizzarla al bisogno, soprattutto nelle ore serali o in caso di blackout.
I vantaggi di questi sistemi sono molti, a partire da una parziale indipendenza dalla rete elettrica degli edifici pubblici e privati – un sistema ben dimensionato permette di ottenere livelli di autoconsumo fino al 90-100%-, una maggior quantità di autoconsumo e costi molto contenuti in bolletta.
Senza dimenticare le riduzione delle emissioni.
Articolo di approfondimento: Fotovoltaico con accumulo o senza
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Impianti con accumulo di energia elettrica “storage” anti blackout
Se l’impianto fotovoltaico è collegato alla rete elettrica nazionale può succedere, raramente, che ci sia un’interruzione dell’alimentazione, per cui, anche se c’è il sole e il fotovoltaico produce, si resta senza energia.
Per ovviare, l’inverter ibrido potrebbe includere oltre alla funzione di storage quella di backup, alimentando l’impianto tramite l’energia immagazzinata nella batteria.
Questa, in connessione sia con l’impianto FV che con la rete di casa, e quindi anche con quella esterna, tramite un dispositivo chiamato “contattore”, si stacca dalla linea elettrica esterna, e provvede ad alimentare i consumi domestici.
Insomma, fin quando la situazione non torna alla normalità la casa diventa indipendente dalla rete.
Solo al ripristino, la casa viene riconnessa con l’esterno.
Se l’impianto è nuovo e non collegato alla rete, l’accumulo può essere collegato direttamente all’impianto solare, mentre un unico inverter, con il suo software, gestisce le varie situazioni.
Se però l’impianto è già collegato alla rete elettrica, questa soluzione non è ammessa.
Per cui andrà installato un secondo inverter, collegato alle batterie, al fotovoltaico e alla rete: con un’opportuna programmazione, questo impianto riesce sia d immagazzinare l’energia autoprodotta, che a supplire in caso di necessità.
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Impianti Plug & Play
Si tratta di un piccolo impianto solare da installare su finestre e balconi, oppure in giardino.
Non necessita di autorizzazioni o permessi preventivi, salvo ovviamente il rispetto delle norme urbanistiche del luogo e del decoro architettonico dello stabile.
Attenzione però che l’Autorità per l’energia elettrica ha disposto regole specifiche per i pannelli fotovoltaici da balcone: il consumatore rinuncia a qualsiasi pretesa in merito alla remunerazione dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete dal predetto impianto.
Inoltre è obbligo far comunicazione al distributore, e l’invio della Comunicazione Unica all’impresa distributrice competente costituisce titolo abilitante per la connessione e l’attivazione di un impianto di produzione di potenza inferiore a 800W.
Ricevuta la comunicazione, nel giro di 10 giorni il distributore effettua eventuali “correttivi” sul contatore o comunica l’iscrizione al sistema nazionale degli impianti di produzione di energia.
Articolo di approfondimento: Fotovoltaico plug and play
Domande frequenti sugli impianti fotovoltaici plug & play
Come funzionano gli impianti fotovoltaici plug & play?
Il funzionamento è del tutto analogo a quello dei classici impianti solari, perché l’energia luminosa proveniente dal sole viene trasformata in elettricità utilizzabile in casa.
La differenza sostanziale, oltre alle dimensioni molto contenute, è che i plug and play non prevedono particolari procedure di installazione, come detto.
Infatti, basta semplicemente avviarlo perché l’utilizzo cominci.
Quali elementi costituiscono un impianto fotovoltaico plug & play?
Gli elementi che costituiscono un impianto fotovoltaico plug & play in genere sono:
- il pannello fotovoltaico (mono o poli cristallino) con potenza non superiore a 350 W
- micro inverter
- telaio di supporto e staffe di fissaggio e ancoraggio su balconi, terrazzi, giardini, pareti esterne, recinzioni
- eventuali altri accessori.
Quali sono i vantaggi di un impianto fotovoltaico plug & play?
Si tratta di un dispositivo semplice e facile da installare, che consente un certo risparmio sulla bolletta elettrica (siamo nell’ordine del 20%, con l’installazione di un doppio pannello che rimane sotto la soglia degli 800 W), un miglioramento dell’efficienza energetica e una migliore sostenibilità ambientale.
Qual è il tipo di ambiente migliore per un impianto fotovoltaico plug & play?
L’installazione, come detto, avviene su balconi, finestre o giardino.
La raccomandazione è che il pannello venga collocato il più possibile verso sud.
Qual è la manutenzione necessaria per un impianto fotovoltaico plug & play?
Le strutture di supporto non necessitano di manutenzione, se non un’ispezione semestrale della tenuta delle viti di fissaggio.
I moduli fotovoltaici richiedono:
- pulizia regolare, senza detersivi o solventi
- ispezione visiva di eventuali deterioramenti (rottura del vetro o ossidazione dei circuiti e delle saldature)
- verifica semestrale di fissaggio e stato dei morsetti dei cavi di collegamento dei moduli, e della tenuta stagna della scatola dei morsetti.
L’inverter è praticamente esente da manutenzione, solo è consigliato verificare regolarmente che non vi siano depositi di polvere sulle alette di raffreddamento.
Quanta energia può generare un impianto fotovoltaico plug & play?
Come detto, fino ad un massimo di 800W…
Quali sono i costi di un impianto fotovoltaico plug & play?
I prezzi variano a seconda della potenza installata e dagli eventuali accessori presenti.
Si aggirano fra 400-500 euro per un pannello più inverter, a cui va aggiunto un altro centinaio di euro per l’eventuale installazione da parte di un tecnico esperto.
Tuttavia, l’installazione di un sistema con potenza maggiore di 350 W, cioè 2 pannelli, comporta una serie di oneri burocratici prima descritti che rendono difficile il ritorno economico.
Esistono incentivi statali per un impianto fotovoltaico plug & play?
Gli incentivi statali consentono un rimborso del 50% della spesa effettuata, da portare in detrazione nella propria dichiarazione dei redditi in dieci quote annuali di pari importo.
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Impianti fotovoltaici integrati direttamente negli edifici
Si tratta di quegli impianti, con potenza da 1 kW a 5 MW, realizzati con speciali componenti o moduli non convenzionali, integrati nell’architettura della costruzione, vale a dire:
- coperture degli edifici
- superfici opache verticali, trasparenti o semitrasparenti
- superfici apribili, come porte, finestre e vetrine.
I moduli e componenti di detti sistemi devono possedere innovazioni di carattere tecnologico ed essere realizzati per produrre energia elettrica, ma anche per:
- regolare ed ottimizzare la temperatura dell’edificio
- impermeabilizzare la struttura edilizia
- garantire la medesima tenuta meccanica dell’elemento strutturale che sostituiscono
- integrarsi armoniosamente nel piano architettonico della costruzione.
I suddetti moduli comprendono:
- moduli trasparenti per facciate, finestre e coperture
- film fotovoltaici su supporti in guaina
- nastri in film sottile su supporto rigido
- tegole fotovoltaiche
- coperture coibentate: la superficie fotovoltaica è integrata in un sandwich dotato di uno strato di isolamento termico
- coperture metalliche: la superficie fotovoltaica è assemblata sul supporto metallico
- etc.
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Conclusioni
E dopo questa lunga disamina, ciò che emerge chiaro è che il fotovoltaico resta un ottimo investimento per l’ambiente e per le tasche, mettendo in conto che la media per un ritorno economico si aggira sui 7 anni.
Certo, alcune tipologie sono inizialmente più costose di altre, ma si tratta di quelle che garantiscono una maggiore, talora totale, autonomia energetica.
A questo punto, richiedere una consulenza su quale sia il sistema migliore per soddisfare tutte le proprie esigenze, e un preventivo senza impegno, pare una cosa assai saggia: noi te li offriamo gratuitamente….
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Redazione
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