Meglio il fotovoltaico o il nucleare?
Il cambiamento climatico, e le sue conseguenze nefaste, sono ormai sotto gli occhi di tutti.
E molto più vicine a noi di quanto fino a qualche anno fa si potesse credere.
Il discorso su come l’uomo e le sue attività impattino sull’ambiente è attuale, ma le soluzioni possibili sembrano ancora lontane dal realizzarsi completamente e globalmente.
Ancora si discute, ad esempio, su quale sia la forma di energia migliore, perché appunto meno impattante.
Tra le candidate, l’energia nucleare.
Vale a dire quella che si produce in seguito alle reazioni nucleari e al decadimento radioattivo, che generano energia elettromagnetica e cinetica.
Ci si interroga dunque se si tratti di una fonte sostenibile, se e come si rigenera, quali sono i vantaggi e quali i rischi di un suo impiego in ambito energetico: e allora vediamolo insieme…
- Indice articolo
- Cos’è l’energia nucleare?
- Vantaggi e svantaggi dell’energia nucleare
- Nucleare e fotovoltaico a confronto
- Sostenibilità senza nucleare: possibilità o utopia?
- La via del fotovoltaico…
Cos’è l’energia nucleare?
L’energia nucleare si produce in seguito alle reazioni nucleari e al decadimento radioattivo, che generano energia elettromagnetica e cinetica.
Riveste una notevole importanza nel settore energetico.
L’energia nucleare, nelle centrali nucleari viene liberata in modo controllato attraverso la fissione degli isotopi di uranio e plutonio, per essere poi convertita in energia termica sfruttabile per la produzione di energia elettrica.
Attualmente si sta verificando anche la possibilità di sfruttare reazioni di fusione nucleare, un processo che promette di essere molto più efficiente da un punto di vista produttivo e molto meno impattante a livello ambientale, sia dei reattori nucleari a fissione che delle stesse centrali termo e idro elettriche.
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Vantaggi e svantaggi dell’energia nucleare
Continuiamo il discorso sull’energia nucleare innanzitutto con un doveroso chiarimento.
Spesso quest’energia viene presentata o come il male assoluto o piuttosto come la panacea per risollevare l’economia nazionale: entrambe le visioni sono parziali e abbastanza tendenziose.
Il nucleare rappresenta un’opzione energetica come le altre con i suoi “pro” e i suoi “contro“, che di seguito specifichiamo:
Vantaggi | |
Questione CO2 | Le centrali non producono anidride carbonica e ossidi di azoto e di zolfo, principali cause del buco nell’ozono e dell’effetto serra |
Ridotta occupazione di terreno | Rispetto ad altre fonti energetiche, il nucleare occupa porzioni di suolo relativamente contenute -un impianto per la produzione di energia nucleare occupa un’area almeno 360 volte inferiore a un impianto eolico e almeno 75 volte inferiore a uno solare (dati del Dipartimento dell’Energia americano)- |
Molta energia prodotta | Gli impianti sono in grado di produrre grandi quantità di energia: 1 kg di uranio infatti fornisce la stessa energia di 60 tonnellate di gas naturale, 80 di petrolio o 120 di carbone. E questi numeri potrebbero ancora salire con l’introduzione dei reattori di quarta generazione |
Fonte energetica continua | A differenza di molti fonti energetiche rinnovabili, il nucleare è una fonte energetica continuativa, e non intermittente come il solare o l’eolico |
Bilancia dei pagamenti | La sua produzione riduce l’importazione di petrolio e la dipendenza delle economie da esso; la produzione interna riduce la possibilità degli shock esterni sull’economia e consente ai governi un minore carico di spesa sulla bilancia dei pagamenti con l’estero; dunque determina una maggiore stabilità del sistema economico nazionale |
Risvolto politico | Le principali riserve petrolifere sono concentrate in pochi paesi ad elevata instabilità politica (come il Medio Oriente per il petrolio e la Russia per il carbone), a differenza delle zone di estrazione dell’uranio, che sono politicamente stabili (Canada e Australia) |
svantaggi | |
La rinnovabilità | Il nucleare, di fatto, non può essere considerata una fonte energetica rinnovabile dal momento che il suo funzionamento dipende da un combustibile come l’uranio che, sul nostro pianeta, esiste in quantità limitate (anche se, come detto, si sta lavorando a reattori capaci di sfruttare anche l’uranio 238, oltre al tradizionale 235) |
Costi iniziali molto alti | Il nucleare permette di produrre energia ad un costo relativamente contenuto sul lungo periodo, tuttavia il capitale iniziale per la realizzazione di un nuovo impianto è estremamente elevato |
Gli incidenti | Per quanto rari, le conseguenze sono catastrofiche: le radiazioni a cui la popolazione viene esposta causano un maggiore rischio di morte per leucemia e tumore. È vero che dall’incidente di Chernobyl le cose sono nettamente migliorate e che la sicurezza coi reattori di ultima generazione si è notevolmente accresciuta, eppure gli incidenti non sono certo scongiurati, come dimostrano gli accadimenti di Fukushima |
Le scorie | Non possono essere distrutte e l’unica soluzione, per il momento, è lo stoccaggio per migliaia di anni in depositi geologici o ingegneristici. Sono necessari anni di studi e grandi investimenti per l’individuazione delle soluzioni di stoccaggio |
La localizzazione | Anche il processo di localizzazione di una centrale nucleare o del deposito di scorie è molto difficoltoso: nessuna comunità locale accetta di sacrificare il proprio territorio |
Gli atti di terrorismo | Il rischio che le centrali siano prese come obiettivi per atti di terrorismo o come bombe sporche è realistico, ed è lecito e razionale preoccuparsi; le nuove centrali nucleari dovranno affrontare questo aspetto fin dalla fase di progettazione |
Il trasporto | Si tratta di uno degli aspetti più critici della questione “sicurezza”: durante il trasporto, oltre all’opposizione delle popolazioni per il passaggio di treni o navi con carichi radioattivi vicino alle proprie abitazioni, sussiste il rischio di incidenti e di attentati terroristici, motivi per i quali i depositi di scorie dovrebbero essere il più possibile prossimi alle centrali |
Tempi di costruzione | Attualmente il tempo medio per costruire una centrale nucleare è circa 7 anni. |
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Nucleare e fotovoltaico a confronto
L’ultimo punto apre ad una considerazione: il nucleare può rappresentare una soluzione potenzialmente valida nel medio-lungo periodo, ma di certo non adatta a risolvere una crisi energetica imminente o già in corso.
Al 2020 questa la situazione in merito all’impiego dell’energia nucleare:
- circa il 10% della produzione di energia elettrica globale deriva da essa
- è la fonte di energia che emette meno carbonio in atmosfera dopo quella idroelettrica
- è diffusa in 32 stati, con una capacità installata di 392,6 GW
- 53 reattori sono in costruzione e 98 in programma, con una capacità rispettivamente di 60 GW e 103 GW (principalmente in Asia)
- ad oggi la maggior quantità di reattori nucleari è detenuta dagli Stati Uniti, con una produzione annua di più di 800 TWh di elettricità a basse emissioni, e un fattore di capacità medio del 92%.
Da tempo è in corso il dibattito sull’energia nucleare.
I sostenitori, come la World Nuclear Association, affermano che si tratta di una fonte sicura e sostenibile che riduce le emissioni di anidride carbonica.
Di contro, gli oppositori, come Greenpeace e NIRS, affermano che essa rappresenta una potenziale ma realistica minaccia alla popolazione e all’ambiente, e che la costruzione degli impianti richiede troppi soldi e troppo tempo rispetto alle fonti di energia sostenibili.
Proprio per questo è interessante mettere a confronto diverse forme di energia, tra le quali il fotovoltaico.
Energia | Potenza installata (GW) | Energia prodotta (TWh) | Fattore di Capacità (%) | CO2 emessa per kWh |
---|---|---|---|---|
Fotovoltaico | 45.93 | 45.75 | 11.3 | 45 |
Eolico | 59.42 | 111.46 | 21.4 | 11 |
Idroelettrico | 4.8 | 19.4 | 46.1 | 24 |
Biomassa | 7.73 | 44.76 | 66.0 | 230 |
Nucleare | 9.52 | 72.27 | 86.6 | 12 |
Carbone | 44.91 | 203.82 | 51.6 | 820 |
Gas | 29.39 | 44.42 | 17.1 | 490 |
Il fattore di capacità indica quindi quale è la affidabilità di una sorgente, ovvero la percentuale di tempo in cui effettivamente lavora: emerge che l’energia prodotta dalle rinnovabili dipende dalle condizioni meteo che non sono controllabili dall’uomo, mentre una centrale a carbone o nucleare possono funzionare anche per mesi di fila alla massima potenza.
Come comunicato di recente da Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, nel 2020 il 37% del fabbisogno elettrico dell’UE è stato coperto da fonti rinnovabili, di contro al 34 dell’anno precedente.
Nel dettaglio:
Tipo di fonte | Percentuale |
---|---|
eolico | 36% |
idroelettrico | 33% |
fotovoltaico | 14% |
biocombustibili solidi | 8% |
altre fonti green | 8% |
Ma quali sono i Paesi europei più virtuosi?
- 1. Austria, col 78,2% dell’energia consumata prodotta da fonti rinnovabili
- 2. Svezia, col 75%
- 3. Danimarca, 65%
- 4. Portogallo, 58%
- 5. Croazia, 53%
- 6. Lettonia, 53%.
Va però ricordato che Islanda e Norvegia, che non fanno parte dell’UE, addirittura producono più energia di quella che consumano.
L’Italia si attesta al 37%, in piena media europea.
Concentriamoci allora sul nostro Paese, facendo anche un po’di confronti.
Nel 2019 l’energia da fonti rinnovabili (idroelettrica, solare, eolica, geotermica e bioenergia) ammonta al:
Percentuale | Paese |
---|---|
16,3 | Italia |
17,5 | Germania |
11,7 | Francia |
14,5 | Regno Unito |
Nel 2021, se ci focalizziamo sull’elettricità, la percentuale di corrente da fonti rinnovabili ammonta a:
Percentuale | Paese |
---|---|
41,3 | Italia |
40,3 | Germania |
21,7 | Francia |
39,7 | Regno Unito |
46,2 | Spagna |
Nell’intera Europa solo Norvegia e Islanda generano TUTTA la corrente a partire da fonti rinnovabili.
In Italia da sempre la più importante fonte rinnovabile è rappresentata dall’energia idroelettrica.
Gli impianti nel nostro Paese ammontano a circa 4.300.
Essi non sono però distribuiti uniformemente sul territorio italiano, perché la maggioranza si trova nella parte settentrionale del Paese.
L’energia rinnovabile in Italia ha questa distribuzione:
Fonte | Percentuale |
---|---|
idroelettrico | 40% |
fotovoltaico | 22% |
eolico | 15% |
altre fonti energetiche | 22% |
L’energia prodotta grazie al sole ha acquisito importanza solo negli ultimi dieci anni, passando dal valere meno dell’1% nel mix energetico rinnovabile all’attuale 22%.
Articolo di approfondimento: Fotovoltaico o eolico
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Sostenibilità senza nucleare: possibilità o utopia?
Vogliamo essere assolutamente franchi: ad oggi, uno scenario MONDIALE con energia prodotta al 100% da rinnovabili non è ancora realizzabile.
Questo però non significa che non ci siano Paesi che possano internamente raggiungerla, come quelli che godono di una notevole capacità idroelettrica (ad esempio Norvegia e Costa Rica).
Questo a causa dello stoccaggio.
Per essere teoricamente autonomi occorrerebbe avere, in caso di eolico offshore e di solare, sistemi di stoccaggio in grado di gestire i surplus di potenza ed energia per utilizzarli nel tempo di “non produzione” (ad esempio quando il vento non soffia e il sole non splende).
Il che richiede o notevole capacità idroelettrica o una quota significativa della produzione mondiale di litio, per diversi anni.
Nel frattempo però si continuerebbe a bruciare carbone, gas e petrolio…
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La via del fotovoltaico…
Ripercorrendo quanto detto, soffermiamoci sull’ultimo schema che riguarda la distribuzione dell’energia rinnovabile in Italia.
Dopo la prima voce, rappresentata dall’idroelettrico, che ammonta al 40% del totale, la seconda è costituita dal fotovoltaico.
Mentre però la prima fonte è un sistema “sovra-personale”, vale a dire che la sua realizzazione prevede grandi opere da parte dei Governi, il fotovoltaico è “a portata del singolo”, vale a dire che si tratta di un’energia a portata del singolo.
Detto in altri termini, OGNUNO DI NOI PUO’ DECIDERE DI GODERNE!
E visto che i suoi vantaggi sono evidenti, sia a livello di ricaduta ambientale che di risparmio economico, vi invitiamo a contattarci per un preventivo gratuito…
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Redazione
Questo blog è gestito da Michele Sorrentino, un appassionato del settore energetico rinnovabile che ha dedicato più di un decennio della sua vita professionale a divulgare l’importanza e il potenziale delle energie rinnovabili.

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